Michela Isalberti

Innovazione e capitale umano tra produttività, premio di risultato, welfare e KPI

Welfare aziendale

Vi sono diverse tipologie di “welfare” e ad oggi non esiste una definizione e classificazione univoca.

Welfare aziendale

Con il termine welfare aziendale si intende quell’insieme di benefit e di servizi, in natura o sotto forma di rimborso spese, esclusi in tutto o in parte dal reddito di lavoro dipendente, forniti dall’azienda ai propri lavoratori e lavoratrici, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita privata e lavorativa: dal sostegno familiare, allo studio, alla genitorialità, alla tutela della salute, fino a proposte per il tempo libero e agevolazioni di carattere commerciale.

Welfare contrattuale

Il welfare contrattuale è integrativo a quei sistemi di protezione e di tutele sociali definiti dallo Stato e trae origine dalla contrattazione collettiva di diverso livello nazionale, territoriale e/o aziendale.

Il contratto collettivo nazionale del settore metalmeccanico, ad esempio, è stato tra i primi c.c.n.l. nel 2017 a definire specifiche diposizioni in materia di “welfare”.

Che cos’è il welfare di produttività

Il welfare di produttività non è una diversa forma di welfare, ma una modalità di erogazione del premio di risultato.

La contrattazione decentrata integrativa, territoriale e/o aziendale, identifica le prestazioni e i servizi che sono corrisposti ai lavoratori in sostituzione totale o parziale del premio di risultato in denaro.

Individua le modalità di erogazione del premio di risultato in welfare: dalla presenza di una polizza sanitaria integrativa a favore dei lavoratori, ai benefici a vario titolo per i figli come, ad esempio, il rimborso delle rette scolastiche ed i centri estivi.

Nel settore privato il premio di risultato di ammontare variabile, ad oggi nei limiti di € 3.000 all’anno, deve essere riferito ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione.

Al fine del regime agevolato non è sufficiente raggiungere l’obiettivo prefissato in sede di contrattazione, ma è necessario il requisito dell’incrementalità ovvero il risultato deve essere incrementale rispetto al risultato conseguito antecedentemente.

La Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 5/E del 2018 fornisce chiarimenti in merito ad alcuni aspetti relativi agli ambiti oggettivi e soggettivi di applicazione dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato e della conversione del premio di risultato in welfare.

KPI e reporting

E’ evidente che il risultato incrementale di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione debba essere misurato da un insieme di indicatori KPI, Key Performance Indicator ovvero indicatori chiave di prestazioni.

Questi indicatori devono essere pertinenti, confrontabili, in grado di mettere in evidenza il cambiamento incrementale e il continuo miglioramento messo in atto dall’impresa.

Le aree di attività dei KPI, il peso ad essi attribuito e le modalità di rendicontazione variano molto in funzione della strategia di sviluppo del capitale umano, della programmazione aziendale, degli assetti organizzativi e delle modalità operative di gestione delle Risorse Umane.

Il welfare di produttività combina, con un approccio integrato, il premio di risultato con il welfare aziendale.

E’ uno strumento di innovazione e di miglioramento organizzativo che consente di allineare una parte della retribuzione alla performance dell’azienda, individuando soluzioni di organizzazione del lavoro non standardizzate, create su misura per i vari contesti aziendali e territoriali, più rispondenti ai bisogni di miglioramento della qualità della vita, smart living e di conciliazione dei tempi vita – lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici.

 

 

  28 febbraio 2022