Michela Isalberti

Innovazione sociale: strumento di crescita economica su misura per le PMI

Sostenibilità

Molte piccole e medie imprese valutano l’adozione di modelli di business orientati alla Responsabilità Sociale d’Impresa come costi aggiuntivi e pertanto economicamente e finanziariamente non vantaggiosi.

Tuttavia è crescente l’attenzione verso la gestione dei rischi di natura non finanziaria, rischi che derivano da fattori riconducibili a problematiche ambientali, sociali e di governance, i rischi “ESG” (Environmental, Social, Governance).

Un’organizzazione del lavoro orientata all’innovazione sociale è uno strumento di buon governo che, grazie ad un sistema di rendicontazione integrato delle informazioni non finanziarie, facilita:
•    l’innovazione a 360 gradi di prodotto, di processo e di servizio
•    la corretta valutazione dei rischi operativi, con il supporto di standard di processo qualificati
•    la valutazione del rischio reputazionale
•    l’accesso ai mercati finanziari

Rischio reputazionale, coinvolgimento degli stakeholder e principio di materialità

Le PMI sono caratterizzate da una concentrazione della proprietà e la direzione è spesso affidata ad un numero limitato di soggetti.

I controlli interni sono ridotti e in molti casi sono considerati dalla direzione come delle limitazioni alle attività operative, dei costi aggiuntivi e non come una opportunità di crescita economica-finanziaria.

In questi anni anche nelle piccole e medie imprese è maggiore l’attenzione verso azioni imprenditoriali dirette al coinvolgimento degli stakeholders, i portatori di interesse.
I clienti, i fornitori, i business partner internazionali, gli intermediari finanziari sono sempre più interessati alle certificazioni di qualità e di provenienza dei prodotti, alla valutazione dell’impatto sociale ed ambientale.

Il rischio di perdere la fiducia del mercato a seguito di azioni non socialmente responsabili si traduce in un rischio reputazionale.

Un'errata gestione della reputazione aziendale porta a: pubblicità negativa, perdita di competitività e quote di mercato, riduzione delle opportunità di accesso al credito, perdita di clientela,…

Trust e accountability, fiducia e responsabilità, sono le parole chiave che caratterizzano le imprese profit “socialmente responsabili”.

La piccola e media impresa ha sempre più la necessità di integrare la comunicazione economica e finanziaria con nuovi sistemi di rendicontazione della propria attività che diano visibilità e valore alle informazioni non finanziarie, al patrimonio immateriale dell’organizzazione.

Non si tratta di certificazioni astratte, proclami di etica estranei alle attività operative, ma di un sistema integrato di reporting che sia in grado di comunicare comportamenti, azioni e risultati concreti che misurano l’impatto economico-sociale.

L’impatto economico-sociale è misurabile attraverso un’organizzazione del lavoro al passo con i tempi, standard di processo, certificazioni volontarie come Family Audit e B-Corp, la "trasformazione" in società benefit, piani di welfare aziendale.

Negli anni i sistemi di reporting integrati orientati alla Responsabilità Sociale d’Impresa, ovvero la Corporate Social Responsability, CSR, sono stati variamente regolamentati e attualmente gli obblighi normativi, le best practice e gli standard di rendicontazione internazionali e nazionali riguardano le aziende di grandi dimensioni.

La Regione Veneto ha di recente adottato la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile che prevede azioni volte alla sensibilizzazione, al coinvolgimento, al confronto con il territorio e all’innovazione a 360 gradi.

L’azienda come sistema sociale è in continua relazione con l’ambiente interno ed esterno e questo implica una costante attività di comunicazione volontaria e multicanale che dia valore a piani d’azione di organizzazione e gestione delle Risorse Umane misurabili e concreti.

 

  11 marzo 2020