Michela Isalberti

Smart working: obiettivi condivisi e creazione di valore

Performance

Se per decenni l’elemento che ha differenziato il lavoro autonomo e il lavoro subordinato è stato quello di gestire in autonomia la prestazione lavorativa con il lavoro agile i confini tra le due tipologie contrattuali diventano sempre più sfumati.

Si attenua il controllo del datore di lavoro sullo svolgimento della prestazione individuale e il lavoratore acquista autonomia nella gestione dei tempi, dei luoghi e nelle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa.

Se da un lato il datore di lavoro continua ad avere il dovere di tutelare la salute psico-fisica e sociale del lavoratore, dall’altro lato il lavoratore smart è chiamato a partecipare in modo proattivo alla gestione integrata del rischio d’impresa.

Il concetto di rischio ha subito una profonda evoluzione nel tempo, ed è mutata la percezione dello stesso da parte delle aziende.

Oggi il concetto di rischio si estende a comprendere l’insieme dei possibili effetti positivi, le opportunità, e negativi, le minacce, di un evento sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa.

La scelta di adottare lo smart working può essere una opportunità per l’azienda per apportare miglioramenti nella propria organizzazione del lavoro.

Lo smart worker è normalmente in grado di usare le proprie capacità per analizzare e gestire la situazione, valutare gli stimoli interni del contesto organizzativo e l’ambiente esterno. E’ autonomo, individua soluzioni efficienti ed efficaci mettendo in continua relazione esperienze e conoscenze al servizio dell’organizzazione in cui opera.

Lo smart worker ha maggior consapevolezza sui rischi collegati alla prestazione lavorativa e sulla base della sua esperienza, formazione professionale e attitudini personali.

Può prendere decisioni più ponderate e consapevoli evitando scollamenti tra procedure aziendali standard e comportamenti operativi pratici.

I rischi correlati allo svolgimento dell’attività d’ufficio sono molteplici e possono essere classificati in rapporto:
•    alla natura della prestazione richiesta, vale a dire i contenuti delle mansioni e dei compiti, dell’organizzazione del lavoro, degli strumenti utilizzati,
•    all’ambiente fisico di lavoro nel suo complesso e a fattori di tipo ergonomico,
•    alla capacità di relazione e comunicazione del lavoratore come individuo e come componente di un gruppo di lavoro

Un progetto di smart working crea nuove forme di interazione e relazione. Facilita una connessione più consapevole tra lavoratore e impresa.

Consente di andare oltre all’esecuzione ordinaria della prestazione lavorativa e di creare nuove opportunità per raggiungere obiettivi condivisi che possono essere collegati ad un risultato tangibile come la partecipazione economica agli obiettivi aziendali o intangibile, che soddisfa bisogni individuali del lavoratore: dal senso di appartenenza all’organizzazione, all’equilibrio vita-lavoro, al raggiungimento di uno status distintivo.

Andare in questa direzione significa creare uno spazio in cui coesistono e si soddisfano sia i bisogni dei lavoratori come individui e come gruppi di lavoro, sia gli obiettivi aziendali.

Creare un nuovo modo di lavorare è complesso. E’ una attività di miglioramento, di apprendimento e di consapevolezza continua che varia di intensità da persona a persona, da gruppo di lavoro a gruppo di lavoro, da organizzazione a organizzazione, che richiede una interazione continua tra persona e organizzazione.

L’accordo individuale è l’atto negoziale con cui le parti, datore di lavoro e lavoratore definiscono il piano di azione che porta a raggiungere obiettivi condivisi tangibili e non tangibili.

L’art.18 della legge n.81 del 2017 che regolamenta il lavoro agile definisce chiaramente lo scopo: “Le disposizioni del presente capo, allo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, promuovono il lavoro agile quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all'interno di locali aziendali e in parte all'esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

 

  6 maggio 2020